venerdì 6 novembre 2015

La lettura.


La lettura fa parte integrante della nostra esistenza, ci accompagna fin da bambini con le prime lettere dell'alfabeto da imparare usando immagini, passando poi ai primi libri di scuola e poi ai romanzi, racconti, poesie, giornali, riviste e quant'altro.

Si legge ovunque, per comodità , per necessità, per dovere. Cerchiamo però di trovare sempre un silenzio quasi liturgico per la nostra lettura, ogni piccolo rumore ci interrompe e ci distrae. E' quasi un'ossessione quella di isolarsi dal mondo, la lettura è isolamento e lo scrittore è un solitario.

Si cerca avidamente tra le righe di un libro, di un giornale, di un qualunque testo, di affogare nelle parole, nella punteggiatura. Ci si vuole perdere nei meandri del racconto, si ha sete di conoscenza e si vuole essere catturati per sempre da quelle pagine.

A volte si cresce assieme a quelle parole, come pure alle canzoni, ci si ritrova ogni giorno a vivere quello che si era già letto. La lettura è come un tappeto magico, si sale sopra e si vola in alto, fantasticando e guardando la propria vita da una prospettiva diversa
.

Vedo pochissima gente col libro in mano, sempre meno, sempre più presi dall'orribile presente e mai rapiti dalla fantasia e dalla voglia di tappeto volante. Entrate in libreria, portate i vostri figli con voi e fatevi guidare dalla curiosità, dalla voglia di conoscere.

Vi lascio alle vostre buone letture citando uno stralcio di brano di Raymond Carver tratto dal libro "Mestiere di scrivere ":

     "Se siamo fortunati, tanto come scrittori che come lettori, finiremo l'ultimo paio di righe di un racconto e resteremo poi seduti un momento o due in silenzio. Idealmente, ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo appena scritto o letto; magari i nostri cuori e i nostri intelletti avranno fatto un passo o due in avanti rispetto a dove eravamo prima. La temperatura del nostro corpo sarà salita, o scesa , di un grado. Poi, dopo aver ripreso a respirare normalmente, ci ricomporremo, tanto come scrittori che come lettori, ci alzeremo e, << creature di sangue caldo e nervi >> , come dice un personaggio di Cechov, passeremo alla nostra prossima occupazione : la Vita. Sempre la vita."

lunedì 2 novembre 2015

La non esistenza.

Oggi è la ricorrenza dei morti, in una società proiettata nell'immortale,  ormai è un' anti festa , un tabù tribale da nascondere.

Il primo morto che ho visto è stata mia madre, avevo 5 anni appena compiuti e ricordo tutto, dal letto di morte alla sepoltura.  Mio padre è spirato tra le mie braccia e non ho mai avuto particolare remora a salutare per l'ultima volta un caro estinto.

La vita è questa ed è per questo che ogni giorno dobbiamo ricordarci che dobbiamo morire,  così che la nostra giornata sia più bella, il sole sia dentro di noi e che ci possiamo regalare attimi di vita immensi .